Per l’itinerario di oggi vi porto in vetta al monte Ronchi in alta Versilia, affrontato con la mia amica Anna. L’inizio del sentiero si trova all’uscita nord della Galleria del Cipollaio: parcheggiamo la nostra auto nell’mpio parcheggio panoramico subito all’uscita della galleria del Cipollaio dal quale si può godere della vista del Monte Sumbra (uno dei miei preferiti sulle Alpi Apuane) e sulle pendici del monte Fiocca.

Il sentiero per il monte dei Ronchi

Il monte dei Ronchi si trova nel comune di Seravezza e il nome deriva, secondo alcuni, dal latino medioevale runcus (=terreno disboscato, sterpeto, terreno incolto da dissodare). Altre fonti, invece, lo riferiscono a ronchio (spuntone roccioso), a causa dei campaniletti scistosi che si trovano sul versante meridionale.

Sulla destra della galleria (guardandone l’ingresso) sale uno sterrato da seguire per pochi metri; infatti dovrete deviare subito a destra su un ponte semi nascosto dalla vegetazione (immediatamente prima di una casa in pietra).

Percorso il ponte (sul Canale Freddone), seguirete la traccia erbosa in salita, verso destra, tra gli alberi.
Per gran parte del nostro percorso non seguiremo i caratteristici segnali bianco-rossi tipici del CAI, ma un altrettanto rassicurante segnavia Blu.

State in realtà percorrendo una via di lizza a servizio di alcune piccole cave, o tentativi di cava, presenti in zona. Ben presto, infatti, ne troverete una con un’invitante freccia blu che assicura di essere sul giusto percorso. Qua predomina la Santolina Pinnata, profumatissima.
Il panorama si apre sul Sumbra e sul monte Corchia.

Dopo poco vi trovate a un bivio: il percorso va in salita verso sinistra, con tanto di freccia blu; invece la via di lizza, che continua verso destra in falsopiano, porta a una vicina cava panoramica sulla zona del Freddone e a picco sulla strada.

Seguirete, come dicevamo, la via di sinistra, molto ripida, che si sviluppa in un boschetto con qualche tratto aperto. È necessario un minimo di attenzione per seguire la traccia giusta: aiutano qualche segno blu e un vecchio piro (i piri erano pali di legno usati dai cavatori per assicurare le corde che permettevano ai blocchi di marmo di scendere lungo le vie di lizza).

Proseguendo per la ripida salita, a breve siete presso un “ometto” e una grossa pietra segnata di blu: ecco la mulattiera che univa Campagrina, gruppo di case tra Arni e Tre Fiumi dove abitavano un tempo i cavatori situato a 805 s.l.m., con Betigna, antico alpeggio della comunità di Basati (Bétigna).

Prendete verso destra per tratto in falsopiano e poi salita, con bel panorama sul Corchia.

Seguendo ancora i segni blu, si sale verso il vicino traliccio che era a servizio delle cave in zona. Adesso vi trovate sulla cresta est del monte dei Ronchi, piuttosto larga e aperta (con rari alberi).
Essa è costituita da placche rocciose non difficili, miste a fastidioso paleo: sulla destra il panorama si apre anche sul monte Fiocca. Salendo, poi, la vista si aprirà anche sul Sella, sul Macina, su Cavallo e Contrario e su Grondilice e Sagro: che meraviglia! Sulle rocce prosperano erbe aromatiche tra cui, in particolare, la santoreggia.

La cresta del monte dei Ronchi

La cresta non è difficile, ma è ripida e faticosa e qualche segno aiuta nel trovare il percorso più semplice.

Continuate a salire abbastanza ripidamente e, dopo circa 1h 30′; dal parcheggio, iniziate a vedere la ripida piramide sommitale del Monte dei Ronchi.

Cresta Est monte dei ronchiAdesso siete sul filo di cresta, non esposta, superando rocce carbonatiche che formano anche modeste guglie. Infine attaccherete la ampia e ripida piramide, con il panorama che si apre sulle Alpi Apuane settentrionali.

Incontrerete un boschetto di faggi: dietro di voi il panorama, oltre che su Freddone e Corchia, si è aperto sul gruppo delle Panie.

Entrati nel bosco vi spostate verso sinistra (segno), tra roccette e faggi, e salite un breve canalino con l’aiuto delle mani.

Seguendo i segni blu il percorso scende verso sinistra (cioè in direzione sud), ancora nel bosco, per poi riprendere a salire su roccette per tratto aperto.

Di nuovo un altro facile canalino usando le mani e, dopo altre roccette, ecco la vetta, segnata da un modesto ometto sommitale (mt. 1354 s.l.m.): sono trascorse un po’ meno di 3 ore dalla partenza.

Il panorama si apre sul Picco di Falcovaia ormai mangiato – purtroppo – dalle cave, sul monte Altissimo e sulla costa.

Dopo una breve sosta in vetta, potrete scendere proprio per il versante meridionale, dalla parte opposta a quella di salita.

Il percorso in discesa, in questo versante, è più corto ma più impegnativo e richiede di usare le mani (tratti di primo grado): è sconsigliato quando il terreno è scivoloso per le piogge ed a chi soffre i tratti esposti. Chi non volesse affrontarlo può scendere per il percorso fatto in salita.

la discesa monte dei ronchiScenderete, come dicevamo, seguendo i radi segni e costeggiando alcune guglie carbonatiche che portano a un ripido canalino erboso in mezzo ad un boschetto di faggi.

Prima di uscire dal bosco costeggerete, tenendole sulla sinistra, alcune rocce: siete su una cengia erbosa delimitata, a sinistra come dicevamo, da una formazione rocciosa e a destra dal pendio boscoso.

Superato questo passaggio eccoci su un tratto aperto sulle rocce: seguirete il filo di cresta tra guglie scistose e molto paleo, cercando e seguendo i non numerosi segni blu.

Imboccate dapprima, sulla sinistra, un breve e ripido canalino erboso che vi accompagna alla cresta vera e propria. Qua vi troverete a superare alcuni passaggi di primo grado, in disarrampicata.

Dopo circa 40’ di discesa le difficoltà finiscono e vi troverete presso uno slargo erboso (presente albero secco segnato) che costituisce il colle dei Ronchi (1210 m): da qua la cresta risale verso la cresta dell’Altissimo.

Capanno monte dei RonchiVoi dovrete, invece, spostarvi a destra (capannello di cacciatori) nel bosco, dove i segni blu tornano in quantità.

Seguirete così il sentiero nel bosco fino a deviare, dopo poco, verso sinistra in direzione della sottostante marmifera. È necessario fare attenzione perché i segni blu continuano anche in un ramo di destra: ma è impossibile sbagliare, sapendo che dovete andare alla marmifera.

Scesi sulla marmifera (attenzione al passaggio dei camion diretti alle cave), siete davanti all’imbocco della galleria dei Ronchi, dove termina il sentiero segnato di blu. La marmifera proviene dalle cave del Fondone (zona monte Altissimo) e costituisce anche tratto del sentiero 31. La galleria che percorrerete è lunga un centinaio di metri e all’uscita è possibile vedere, in alto a sinistra, parte della cresta appena percorsa. Lo sterrato scende lievemente con tratti aperti e panoramici sul Corchia e tratti in cui la vegetazione impedisce di vedere il panorama.

Incontrerete sulla sinistra un deposito per l’acqua: dopo un paio di minuti la strada finisce con una sbarra e si immette in una via asfaltata che dal Cipollaio porta alla cava delle Cervaiole.

Il sentiero 31 sale a destra, seguendo la strada; invece il ramo della strada che scende costituisce il sentiero 141 che qua inizia e termina a Passo Croce.

Seguite la strada in discesa, all’ombra di conifere: dopo non molto eccoci ad un cancello posto di recente, presso una casetta panoramica su Corchia e Freddone.

Ancora 5′ e arriverete a una seconda sbarra chiusa che dovrete superate: siamo al Colle del Cipollaio

(990 m). Qua c’è spazio per parcheggiare e mentre la strada scende verso destra, uno sterrato si stacca a sinistra costituendo il sentiero CAI 141. Lo imboccherete e troverete, subito sulla sinistra, l’innesto del sentiero non segnato da seguire (in leggera discesa) per tornare al punto di partenza.

Vi troverete in breve a un bivio: la traccia continua verso sinistra come mulattiera per l’alpeggio di Betigna, ormai completamente invasa dalla vegetazione: voi invece prendete il ramo di destra, dove è presente una piccola sbarra.

Subito c’è una casa, sulla sinistra, coperta ahimè da eternit con l’altisonante nome di Villa. Scendiamo per un rimboschimento a conifere, per tratto ameno, anche se qua e là troviamo alberi caduti sul sentiero. Alcuni tornanti portano in 5′; a un modesto ponticello coperto di lamiera sul Canale del Freddone: attraverserete il torrente ed inizierete a costeggiarlo tenendolo a sinistra.

Arriverete così presso la costruzione che, all’andata, è servita come riferimento per iniziare il vostro trekking; superatala, eccovi giunti al piazzale dove avete lasciato l’auto.


Difficoltà:

Media

Durata Itinerario:

5 ore circa


Monte dei Ronchi mappa

monte dei ronchi itinerario


Massimiliano LombardiMassimiliano LombardiPer maggiori informazioni sui percorsi escursionistici sulle Alpi Apuane, rivolgersi alla sezione CAI di Viareggio “M. Bacci”.
Ricordate, la montagna è un ambiente bellissimo, quanto ostile e difficile da affrontare nelle difficoltà. Valutate prima di partire le vostre corrette condizioni fisiche e l’idoneità dell’attrezzatura. Evitate di addentrarvi in escursioni da soli e ricordate di comunicare sempre l’itinerario che andrete ad affrontare per permettere in caso di necessità di essere rintracciati.

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